"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

17 novembre 2014

Patriarca caldeo e presidente del Parlamento: Cristiani essenziali per il futuro dell'Iraq

By Asia News
Joseph Mahmoud


Apprezzamento per il ruolo esercitato dal Patriarcato caldeo nella promozione della pace e della coesistenza; ferma condanna per le violenze contro i cristiani di Mosul e della piana di Ninive, dove circa 500mila persone  sono fuggite in seguito all'avanzata dello Stato islamico, che ha fondato un Califfato e imposto la sharia. Sono questi i temi principali che hanno contraddistinto l'incontro fra Mar Louis Raphael I Sako e il presidente del Parlamento irakeno Salim al-Jubouri. La sera del 15 novembre una delegazione di alti funzionari di Baghdad, guidata dal presidente del Parlamento, ha visitato la sede del Patriarcato caldeo ed espresso solidarietà e vicinanza alla comunità cristiana. Egli ha inoltre assicurato il sostegno di Camera e governo alla minoranza religiosa, vittima delle violenze delle milizie islamiste. 
Sua Beatitudine ha ringraziato per l'iniziativa, che definisce un segno concreto della "solidarietà" e della "vicinanza" della leadership di Baghdad verso i cristiani, "cacciati" dalle loro case e costretti a sopravvivere in un contesto "tragico". Mar Sako ha quindi aggiunto che la visita dell'alto funzionario mostra che "il presidente del Parlamento non rappresenta solo i musulmani", ma è "di tutti i cittadini". 
Fonti del Patriarcato caldeo spiegano ad AsiaNews che si tratta "senza dubbio di una visita storica", che "dà un rinnovato senso di fiducia" alle famiglie cristiane sfollate, costrette ad abbandonare le proprie abitazioni a causa dell'avanzata dello Stato islamico. Sua Beatitudine ha al contempo sottolineato l'importanza degli sforzi messi in campo per ristabilire la sicurezza nel Paese e sventare "la minaccia di altri espropri e conquiste" da parte delle milizie islamiste.
Mar Sako - che ieri ha incontrato anche il presidente della Repubblica Fuad Masum - ha presentato una richiesta ufficiale perché "la festa del Natale sia riconosciuta in via ufficiale" e che sia concesso "un giorno di ferie per tutti i cittadini irakeni". Jubouri ha assicurato che farà di tutto perché ciò avvenga. 
Nel fine settimana le forze di sicurezza irakene hanno riconquistato il controllo della raffineria di Baiji, importantissimo centro di estrazione petrolifera a metà strada fra Baghdad e Mosul. All'interno viene prodotto oltre un quarto del totale del petrolio irakeno; la centrale era caduta nelle mani degli estremisti nel giugno scorso, nel contesto dell'offensiva che ha portato all'occupazione di ampie porzioni di territorio. Tuttavia, non si fermano le violenze nel Paese: una serie di esplosioni avvenuto ieri nella capitale ha causato la morte di cinque persone e il ferimento di altre 20; fra gli obiettivi degli attentati, rivendicati dalle milizie dello SI, anche l'aeroporto internazionale della capitale.