"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

11 novembre 2010

Adam Auday. 3 anni. + 31 ottobre 2010

By Baghdadhope*

foto by
Ankawa.com

Sui siti degli iracheni cristiani da giorni vengono pubblicate le storie e le foto delle vittime della "domenica nera" nella chiesa di Nostra Signora della Salvezza a Baghdad.
Tutte fanno riflettere su ciò che sta accadendo alla comunità irachena cristiana ma una colpisce in modo particolare.
Adam aveva tre anni ed è stato ucciso con suo padre Uday.
Per ore, come
ricorda la zia Shahad, una dei sopravvissuti al massacro, il bambino non ha fatto altro che gridare una parola, una parola sola: "qafi" che in arabo iracheno vuol dire: "basta!"
Cosa sarà passato nella mente di quel bambino pur abituato a vivere in guerra? Cosa avrà provato a vedere suo padre sanguinare e poi ucciso a sangue freddo?
Si sarà detto, Adam, che il sacrificio della sua vita sarebbe stato ricordato come esempio della resistenza della esigua comunità nella terra natale da cui la si vuole cacciare?
Era piccolo Adam. Non può averlo pensato. A tre anni non si è cristiani, musulmani o indù.
Si è solo bambini.
Ma i bambini non dovrebbero mai urlare "basta!" se non per fermare un gioco.